Sentiero
Ragalna – Grotta D'Angela - Sentiero 786
PREMESSA
Il sentiero 785A, di fatto, è una bretella del 785 che, passando dalla bellissima Grotta d’Angela, collega Piazza Rocca al sentiero 786 che sale da Belpasso.
Attraverso il sentiero 785 è possibile chiudere un anello escursionistico di circa 20 km, concatenando i sentieri: 785, 786 e 786B. Percorrendolo in senso orario, oppure antiorario, si può vivere una bellissima escursione nel territorio sud del vulcano, lungo tale percorso sono presenti alcuni rifugi, ove è possibile effettuare le necessarie soste.
ITINERARIO
Da Piazza Rocca a Ragalna (Punto 1, 917 m.s.l.m.), ci si dirige verso est seguendo via Cutore Rizzo, dopo circa 1 km si lascia l’abitato e ci si addentra nella campagna caratterizzata da ginestre e vegetazione tipica della macchia mediterranea. Si raggiunge dunque una delle propaggini più a sud della colata lavica del 1780 in corrispondenza di alcuni tratti in cui la stradella è caratterizzata da un acciottolato lavico di antica fattura. Ad un certo punto si apre una bellissima vista sull’Etna (Punto 1A, 920 m.s.l.m.). Proseguendo si incontra l’ingresso della Grotta D’Angela (Punto 2A, 929 m.s.l.m.) e dopo alcune decine di metri si incrocia il sentiero 786 che proviene da Belpasso e si dirige verso Monte Manfrè.
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Indicazioni stradali per il punto di partenza (Punto 1 – Piazza Rocca-Ragalna):
Dalla Superstrada Paternò - Catania/SS121, continuare sulla SS 284, prendere l'uscita Santa Maria di Licodia-Belpasso, mantenere la destra al bivio ed entrare sulla Strada Provinciale 4/11. Continuare per circa 2 km, dunque svoltare a sinistra sulla Via Mongibello; percorrerla per 2,3 km, poi proseguire su Via Paternò, piazza Cisterna, via Rocca (anche S.P. 57) fino a raggiungere Piazza Rocca.
Coordinate GPS punto di partenza sentieri 785 e 785A (Punto 1 - Piazza Rocca - Ragalna):
Lat: 37° 38,592’ N; Long: 14° 57,442’ E; Alt: 917 m.s.l.m.
DESCRIZIONI PUNTI D'INTERESSE
Punto 1A – Scenario dell’eruzione del 1780
Si apre a nord il magnifico scenario dell’eruzione del 1780 le cui lave continuano a resistere alle varie colonizzazioni vegetali. Fu un’eruzione imponente e atipica, senza esplosioni di materiale, né formazione di conetti, che giunse a travolgere e distruggere numerosi vigneti e case coloniche della contrada di Ragalna. “L’eruzione ebbe inizio la sera del 18 maggio del 1780, circa un chilometro ad ovest della Montagnola (eruzione 1763) a quota 2350 ... Questo primo efflusso lavico di modeste dimensioni si diresse verso monte Nero degli Zappini formando, in prossimità di esso, diverse dagale. Un secondo efflusso lavico, molto più consistente, scaturì alla base di monte Nero degli Zappini, a quota circa 2000, dirigendosi in parte verso sud-ovest dopo aver circondato Monte dei Santi, e per la maggior parte verso sud in direzione di monte Parmentelli. Dopo aver circondato il monte anzidetto la lava proseguì il suo corso verso sud e a quota 1200 si divise in due bracci: quello di sinistra si arrestò a quota 1000, mentre quello di destra, dopo aver lambito la base occidentale di monte Elici e successivamente quella orientale di monte Mazzo, dopo un percorso di circa 10 km. Si fermò a quota 800, in prossimità dell’abitato di Ragalna. L’eruzione durò 10 giorni, fino al 28 maggio. La superficie coperta venne stimata intorno a 4,7 Km2 con un volume di lava di 28 milioni di m3“.
Da: Violetta Gottini-Silvia Rizzo-Carmelo Sturiale, I fenomeni eruttivi dell’Etna nel secolo XVIII, 1976, pp. 77-78.
Punto 2A – Grotta d’Angela
Trattasi di una galleria di scorrimento accessibile dalle due estremità, ben illuminata e con un'ampia sezione semiellittica. Il pavimento, in lieve pendenza e piuttosto uniforme, è per la maggior parte a superficie unita; nella zona centrale presenta delle caratteristiche lave a corda. Lungo la parete ovest si notano alcuni grossi rotoli. La galleria è lunga circa 40 m, ma dalla letteratura (Ponte, 1914, p.13) risulta che sino agli inizi del secolo 20esimo, la Grotta d'Angela misurava 150 m. Tracce di crolli recenti sono effettivamente visibili ai due ingressi. A valle della grotta si trova un ampio canale di scorrimento lungo circa 100 m che conduce ad altre due piccole cavità. (cit.: www.mungibeddu.it). La galleria ha andamento orizzontale. Le lave che hanno originato la grotta sono del 1780.